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<<È davvero paradossale che un consigliere di centrodestra, area politica di minoranza da molti lustri in gran parte degli enti istituzionali e non della regione Basilicata, debba intervenire, sia pure per mero senso di responsabilità (non percependo da tempo alcunché), nelle vicende tutte interne al campo avverso, per tentare di smuovere una situazione logora, inaccettabile e provocatoria, come quella che si registra da troppo tempo nell’Aato Rifiuti 2 di Matera. Una paralisi determinatasi per precisa scelta e calcolo di potere dei partiti del centro sinistra, che hanno “costretto” alle dimissioni i sindaci dello stesso ente strumentale, in tal modo espropriando della capacità decisionale il relativo consiglio (salvo poi, attaccare la stessa gestione di immobilismo e inefficienza).
Lo spunto d’attualità, ricco di implicazioni, è fornito da articoli apparsinei giorni scorsi sulla stampa regionale, laddove si ventila l’ipotesi dell’unificazione dei due Aato Rifiuti, ma sarebbe più esatto dire assorbimento di quello materano da parte dell’analogo organismo potentino, alla quale farebbe riferimento una “volontà dell’esecutivo regionale”. Il giornalista, evidentemente ben informato oppure acuto analista politico, adombra la sostanziale motivazione del perdurante immobilismo, poiché “l’Aato 2 continua a non funzionare e a non erogare le prestazioni di competenza” e ciò “avrebbe già dovuto portare alla nomina del commissario ad acta”.
La nota maggioranza di centro sinistra, fino ad oggi, ha volutamente lasciato l’ente nella totale paralisi tecnico-amministrativa e operativa, pur essendo stato ripetutamente chiesto per iscritto, a chi di competenza, la nomina del Commissario ad acta e la nomina dei nuovi consiglieri in sostituzione di quelli dimissionari. Perché ad oggi non si è (volutamente) ancora provveduto in tale direzione?
Si sa che le azioni programmatiche, i progetti varati e le attività poste in essere dall’Aato 2 (ma troppo spesso dimentichiamo che è costituito dall’insieme dei Comuni della provincia di Matera, tra loro riuniti mediante convenzione) sono tutti “congelati” per mancanza di strumenti finanziari, operativi e di gestione. E’ logico e naturale che, dalla “delicata fase di stallo” in cui l’Aato 2 è costretta a permanere, per l’assenza di una maggioranza nell’ Organo decisionale che non approva neppure il Bilancio”, perciò non potendo accedere alle risorse finanziarie disponibili, oltre che per impedimento alla programmazione e, in alcuni casi, anche alla gestione, si possa attendere solo ed unicamente ordinaria amministrazione.
Come il cane che si morde la cosa, insomma, e temo che non siano i soliti fantascherzi di fine anno, cui ci ha abituato certa politica. Se l’ipotesi accorpamento è qualcosa di più, perché i rappresentanti politici eletti nel materano non illustrano alla comunità provinciale le motivazioni reali e vere per le quali si deve “cancellare” un Ente, (guarda caso) in provincia di Matera, voluto dal Piano Regionale e Provinciale dei Rifiuti e designato quale “Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale” con L.R. n. 06/2001. Cosa è cambiato, tanto da farlo ritenere non più adeguato o idoneo?
Condivido, pertanto, ciò che sostiene sulla stampa il segretario provinciale della Margherita, allorquando ha sostenuto che “l’accorpamento potrebbe essere una soluzione in fase di studio (?), ma per il momento non è legge e credo che si debba far funzionare l’Aato2 di Matera”>>.
Giuseppe Labriola, consigliere Aato Rifiuti 2 di Matera