Non poteva non avere strascichi la totale ed incomprensibile, quanto sgarbata e inaccettabile esclusione delle istituzioni locali e della stessa comunità tursitana, da ogni coinvolgimento nelle recenti e aggreganti iniziative anche mediatico-spettacolari (inaugurazione del campo di calcetto, ricordo di Fratel Bellato, diretta di RaiTre e, a Policoro, l’incontro-convegno-tavola rotonda con gli studenti su “Quale tempo libero per i nostri giovani. Di musica si vive e si muore” e il concerto dei Nomadi) intraprese dalla Fondazione Exodus di don Antonio Mazzi, che proprio a Tursi ha una sua comunità di recupero dalla tossicodipendenza. La mancanza di sensibilità istituzionale e di rapporti, fino ad oggi non solo formalmente corretti, dei responsabili organizzativi, ha suscitato impressioni fortemente negative, sconcerto e amarezza tra i più avveduti. Di tale stato d’animo si è fatto interprete il sindaco Salvatore Caputo che a don Mazzi, storico fondatore e infaticabile animatore di Exodus, forse all’oscuro di tutto, ha appena inviato una lettera, aggiungendo che “amministratori passati e recenti si sono adoperati e molto per facilitare in ogni modo l’adeguato sviluppo in loco della sede, a volte forzando i limiti del consentito, per una forma collaborativa di vera solidarietà. Sorprende, dunque, la mancanza di un invito e la caduta di stile che non qualifica i responsabili preposti”.
Scrive, infatti, il primo cittadino:
<< Stimatissimo Don Antonio, aver appreso della Sua presenza in Tursi e non aver potuto compiacermi di conoscerLa e salutarLa, mi ha provocato tantissima amarezza. Non essere stato invitato, da parte di chi è preposto, come massima espressione Istituzionale locale, ha costituito elemento discriminante e da stigmatizzare. Mi preme informarLa che questa Amministrazione, ed il sottoscritto in particolare, tiene molto alle pubbliche relazioni ed al consolidamento dei rapporti a tutti i livelli. Non aver potuto, quindi, scambiare i rispettivi punti di vista e conoscerci, mi rattrista e mi induce a riflessioni profonde.
Posizioni arroccate, incomprensibili, ed ideologismi esasperanti e contrapposti, non contribuiscono, di certo, alla distensione dei rapporti ed alla crescita sociale, tantomeno a soluzioni concertate sulle tante problematiche. Approfitto dell’occasione, per manifestarLe persino il dissapore dell’intera popolazione, relativamente alla manifestazione svoltasi a Policoro. Tursi, ha messo a disposizione della Fondazione Exodus un contenitore importante, l’ex Convento di San Rocco, che costituiva il punto di riferimento di tutta la cittadinanza e l’espressione di tradizioni consolidate!
I cittadini hanno saputo accogliere, vivere ed integrarsi con una realtà sociale che, all’inizio, avrebbe potuto creare incomprensioni ed alimentare dissapori. Tutti hanno dimostrato, invece, maturità, senso civico ed elevato livello culturale. Ogni qualvolta è stata chiesta collaborazione, o si sono manifestate difficoltà, ognuno, per le proprie competenze e professionalità, si è prestato in forma gratuita e volontaria nell’individuare concrete soluzioni e soddisfare ogni tipo di bisogno.
Per tali ragioni, ritengo che la Comunità Tursitana meritasse di essere meglio gratificata e tenuta nella giusta considerazione.
Mi scuso per “lo sfogo”, ma ho ritenuto doveroso difendere la dignità dell’istituzione che rappresento e dell’intera popolazione. Con l’auspicio di poterLa incontrare, qualora nello scorcio della mia rimanente attività amministrativa, dovesse tornare a Tursi, La saluto cordialmente e Le porgo gli auguri per le imminenti festività. >>
S.V.