Dopo la tradizionale permanenza di alcune settimane nella cattedrale
dell’Annunziata, domenica primo maggio la statua della Madonna di
Anglona ha fatto ritorno all’omonima Basilica, primo santuario della
diocesi di Tursi-Lagonegro, della quale è anche protettrice.
E questo, come scritto in un volantino distribuito capillarmente,
è accaduto in processione, ovvero portata a spalle dai tanti
fedeli, soprattutto donne e giovani pure dei comuni viciniori, compreso
il sindaco Salvatore CAPUTO, lungo un difficile percorso di oltre
dieci chilometri, tutti in salita, nell’ultimo tratto anche ripidissima.
“Era stata una richiesta che ci ha trovato subito concordi, insieme
con il Vescovo, mons. Francescantonio NOLÈ”, ci ha detto il
parroco don Battista DI SANTO, “d’altronde, è avvenuto così
anticamente e per parecchi secoli. La bontà della ‘novità’
sarà d’auspicio, volendo replicarla in futuro, sempre nella
stessa data, perché festiva”. In effetti, in tal modo si è
arrivati fino alla metà del Novecento e anche oltre, quando
i segni di una devozione millenaria erano davvero tangibili. Con i
fedeli e i pellegrini che arrivavano praticamente da tutte le regioni
del Sud, per devozione e per “sciogliere un voto”, sopportando fatiche
enormi ed evocative modalità di ringraziamento-penitenza, simile
ad autoflagellazione (privi di cibo, a piedi nudi, con l’incedere
sulle ginocchia, strisciando il corpo, ‘leccando il pavimento’). Insomma,
una potente adesione religiosa, a tratti misticheggiante, raffredatasi
con il consumismo e la secolarizzazione della società moderna,
che hanno vanificato miti, riti e simboli non soltanto del cattolicesimo.
La statua era stata successivamente caricata su un addobbato camioncino,
seguita da una fila di auto, di televisiva memoria. Poi, di recente,
con il papato di Giovanni Paolo II, qualcosa è mutato, con
importanti accenni di ritorni di spiritualità anche nelle diocesi.
Di tale mutamento si è fatto interprete don Battista, volendo
portare a sintesi tradizione e innovazione di un culto straordinario,
ma adeguato ai tempi. “Preceduta al mattino di sabato da una messa
per gli ammalati e da una serale veglia di preghiera”, riferisce don
Gianluca BELLUSCI, responsabile dell’ufficio stampa della Curia vescovile,
la Madonna di Anglona ha inizio il suo ritorno dopo la messa delle
ore 7, seguendo un itinerario urbano (via Roma, rione Piana, viale
S. Anna) ed extraurbano (lungo la strada provinciale 154), con l’arrivo
previsto intorno a mezzogiorno, quando, nella Basilica-santuario,
si è celebrata la messa ed una preghiera per il mondo del lavoro.
In serata, due messe: in Rabatana alle ore 18 e in Cattedrale un’ora
dopo, mentre, per tutto il mese di maggio, alle 21,15, si recita il
“Rosario meditato”.