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“Si pone in tutta la sua evidenza e gravità un problema reale
di deficit di democrazia e correttezza politico-istituzionale, anche
di seria deontologia professionale, oltre che di complessivo stile
e di educazione in Basilicata, relativamente ad alcuni personaggi
di spicco, dopo quanto è accaduto a Tursi la sera del 29 ottobre
scorso”. Lo sostiene il sindaco Salvatore Caputo, che lancia accuse
pesanti e documentabili, sulla mancata partecipazione degli ospiti
alla debacle della presentazione del bimestrale locale TURSITANI.
“Tutti sono stati regolarmente invitati e sollecitati, alcuni dei
quali avevano confermato perfino la partecipazione alla successiva
cena, offerta a tutti gli ospiti e ai collaboratori del giornale diretto
da Salvatore Verde ed edito dall’Amministrazione comunale”. Il Sindaco
Caputo, inoltre, stigmatizza “la sceneggiata assenteista, causata
delle improvvise malattie, degli altri impegni assunti e degli imprevisti,
sempre possibili ma assai poco probabili nel caso specifico. Che ha
scontato un passa parola politicamente contagioso più della
temibile aviaria in arrivo, forse solo per non riconoscere pubblicamene
la bontà della nostra iniziativa, come sostengono con furore
e pregiudizio gli sparuti oppositori di Tursi, che hanno paventato
ritorsioni verso i loro riferimenti politici altolocati qualora questi
fossero intervenuti alla serata”.
Davvero sconcertante il silenzio e la latitanza degli inivitati. Unico
superstite, della “casuale” falcidia, Antonio Di Sanza, consigliere
regionale del Movimento per l’Autonomia, che si è fatto carico
di sostenere un’istanza emersa. Quella di proporre la modifica alla
specifica e recente legge regionale, “di chiaro stampo elettoralistico,
perché impedisce all’editoria locale di ottenere modesti contributi,
imponendo il requisito minimo di una attività triennale, quand’anche
si tratti di ente pubblico o di associazione senza finalità
lucrative, come nel nostro caso”, conclude Caputo.
S.V.